Centro Direzionale ad Habana

L’interesse scientifico di una tesi di laurea sul Centroamerica, su Cuba e L ‘Avana risiede nella possibilità e necessità di prefigurare e sperimentare una fase di sviluppo che non necessariamente ripercorrerà i modelli economici, insediativi, e anche architettonici, del mondo occidentale, ma neppure taluni di quelli invalsi per inculturazione in molti paesi della Latinoamerica. Diceva Franz Fanon alcuni decenni orsono: “Il Terzo Mondo non deve accontentarsi di definirsi riguardo a valori che lo hanno preceduto. I paesi sottosviluppati devono invece sforzarsi di mettere in luce valori che sian loro propri, dei metodi e uno stile che sian loro specifici”. Una volta caduto l’embargo, Cuba dovrà trovare una propria strada di sviluppo che da un lato le permetta di uscire da una crisi drammatica prodottasi al venir meno dei tradizionali rapporti economici con i paesi dell’ex est europeo, e dall’altro di avviare un processo di controllo dell’impetuoso sviluppo turistico degli ultimi anni, fonte di introiti di moneta pregiata irrinunciabili, ma al tempo stesso causa di laceranti contraddizioni sul piano sociale non meno che su quello insediativo e architettonico. Se ormai si è fatta corrente l’opinione che l’intero Sud America debba puntare come risorsa soprattutto sul proprio patrimonio storico culturale, confortando tale aspettativa attraverso una serie di investimenti-interventi mirati alla rivalorizzazione del paesaggio naturale e dei monumenti, assai più complessa e intricata risulta la situazione nell’isola cubana, dove la previsione di un allentamento dell’embargo statunitense potrebbe produrre effetti speculativi sull’economia locale e sull’equilibrio insediativo e territoriale. L’intenzione della tesi è stata quella di indagare quali occasioni, in un ambito di siffatte dimensioni, sarà possibile sfruttare per organizzare interventi progettuali alle diverse scale, territoriale, urbana, e anche architettonica, per proporre possibili soluzioni agli squilibri e alle contraddizioni che inevitabilmente saranno generati, in un nuovo regime economico, all’interno delle città cubane e in particolar modo nella capitale. La necessità di una perlustrazione che sappia considerare la città dell’Avana come corpo vivente, strutturata secondo una ricca eredità storica e tradizionalmente aperta agli incentivi prodotti dalle relazioni a scala internazionale, incline al suo connaturato respiro territoriale, ha permesso alla tesi di proporre possibili sperimentazioni progettuali che eludono alcune presunzioni modellistiche e standardizzate della disciplina urbanistica, mettendo in luce “caso per caso” valori e specificità localmente insediate.